La distrazione può essere un utile strumento per gestire occasionalmente, alcuni comportamenti difficili dei bambini, ma ad una certo punto smette di funzionare, te ne sei accorta tu?
A partire dal “non piangere” per finire al “guarda l’uccellino che fa curuccucu’”, nella nostra infanzia, ci hanno ripetuto in mille modi diversi che distrarci è la strada giusta per stare meglio e inevitabilmente abbiamo fatto nostro questo modo di affrontare le emozioni faticose.
Quando si diventa genitori, si porta con sé la propria esperienza di figli, spesso si educa con l’istinto senza prendersi il tempo di usare il nostro pensiero critico e comprendere se vogliamo davvero educare nostro figlio nello stesso identico modo.
Se manca un lavoro profondo dentro di sé di consapevolezza genitoriale, finiamo solo per replicare esattamente ciò che abbiamo vissuto e conosciuto da figlie, compresa l’abitudine di distrarre con
frequenza i bambini quando qualcosa non va.
Ti puoi ritrovare in questa situazione, quando cerchi di distrarlo: lui ti risponde di “ no !”, la sua rabbia aumenta e più incalzi con le distrazioni più si arrabbia fino ad esplodere in una crisi di rabbia vera e propria.
Potrebbe essere che tuo figlio si arrabbi perché si sente frustrato o ignorato nel momento in cui sta cercando di comunicarti qualcosa. I bambini usano il comportamento per comunicare con noi adulti.
Tutti i comportamenti dei bambini, anche quelli disfunzionali, sono dei messaggi che ci inviano e che dobbiamo essere pronte a decifrare.
A forza di cercare di distrarlo avrai perso molto più tempo, ti sentirai stressata, dispiaciuta e forse in colpa per non esserti fermata e avere concesso quei momenti di attenzione che stava richiedendo. Alcune mamme faticano a seguire la rapida crescita dei loro bambini e può capitare che rimangano indietro, dimentichino di aggiornare il “file competenze” continuando ad applicare gli stessi strumenti e approcci educativi. Ad esempio le piccole distrazioni da neonati funzionano bene e sono un modo per rafforzare la connessione tra mamma e bambino, crescendo invece le cose invece cambiano nettamente.
Ciò che porta altre mamme ad usare lo strumento della distrazione è la paura.
Dare limiti ai bambini è faticoso, quando lo facciamo, loro reagiscono opponendosi con forza per affermare la loro volontà e non sempre noi adulti abbiamo le risorse, le forze e gli strumenti per
poter affrontare l’effetto di aver posto la regola, ecco che il mezzo della distrazione diventa il modo più facile e conosciuto per fronteggiare questa paura.
Devi avere ben presente che quando educhi non puoi considerare solo la situazione presente, ma hai bisogno di spostare lo sguardo sul futuro e quindi avere una visione anche delle conseguenze, positive o negative, che le azioni educative che stai mettendo in campo, porteranno nel lungo termine.
Quali sono le conseguenze che rischi usando la distrazione come abitudine nel tuo stile educativo?
Se a tuo figlio, quando si sta per arrabbiare, viene chiesto di distrarsi da ciò che prova, crederà che esiste solo questo modo per stare meglio e diventerà uno strumento che userà anche da solo rendendolo una sua abitudine.
Se guardiamo al futuro potrebbe succedere che crescendo, ogni volta che le sue emozioni diventeranno forti e ingombranti cercherà un modo diverso per distrarsi, e sappiamo che non tutti i modi sono
positivi.
Se guardiamo al presente, suggerire con costanza ai bambini distrarsi da ciò che provano non li aiuta a sviluppare la concentrazione. Potresti notare che tuo figlio fa fatica a rimanere attento e ad impegnarsi per un tempo adeguato alla sua età.
Non sono a sfavore della distrazione, non credo negli estremi e nelle mamme che educano in modo perfetto, ma è bene essere consapevoli e quindi responsabili, quando educhiamo i bambini, in
special modo, nei loro primi 1000 giorni.
Cosa puoi fare al posto di distrarli?
Invece di distrarre il tuo bambino, prova ad ascoltare e validare i suoi sentimenti. “Si, ma come?”.
Con la Presenza emotiva e connessione. Sono potenti mezzi, di etero regolazione emotiva, con effetti incredibilmente calmanti.
- Fermati e guarda il tuo bambino negli occhi, in modo che sappia che gli presti attenzione (crei connessione).
- Chiedi al bambino cosa sta provando, ad esempio “Sembri arrabbiato, che cosa ti ha fatto arrabbiare?”(gli insegni a fare auto analisi).
- Ascolta attentamente la risposta del bambino e conferma che hai capito, ad esempio “Capisco che sei deluso perchè non possiamo comprare quel giocattolo oggi” (validi le sue emozioni).
- Esprimi il tuo sostegno e la tua vicinanza al bambino, ad esempio “Mi dispiace che tu stia passando attraverso questo, ma ci siamo insieme e troveremo una soluzione” (sa che non lo lasci solo ad attraversare le emozioni faticose).
- Imposta dei limiti in modo rispettoso e calmo. (Crei un confine che lo rassicura).
Potrà dirti di no e mostrare ancora rabbia, non rimanerci male, perché, in educazione, non tutti i risultati sono visibili agli occhi.
Sono tanti semini che pianti, ma che ancora non vedi germogliare perché tutto il movimento di crescita è sotto la terra. Quello che hai appena fatto è una cosa estremamente preziosa per il suo futuro e per la vostra relazione, il risultato che devi cercare non è nella sua calma immediata, ma è nell’avere fiducia nel messaggio che invii, perché nel tempo, farà un enorme differenza.
Aiuterà tuo figlio ad avere chiaro dentro di sé, la tua disponibilità, saprà che non lo stai giudicando o facendo sentire sbagliato perché non riesce a soddisfare le tue richieste e imparerà a rispettare i limiti e ad autoregolarsi con il tuo supporto e la tua guida durante tutto il processo.
di Monica Caruso – Parent Coach
2 Commenti
Cinzia
Bellissimo articolo,la mia bimba è ancora piccolina ma presto cercherò di mettere in atto questi consigli.
partner
Grazie Cinzia per l’apprezzamento ☺️ informarti per essere preparata è la scelta giusta per conoscere i motivi dei comportamenti dei bambini e sapere come agire al meglio.
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