Quante volte nella vita, quando le cose non ti girano bene, ti sei posta domande in modo simile a questo? Beh, personalmente, spesso.

Domande così sono all’ordine del giorno:

  • Perché le cose mi vanno male?
  • Perché sto sempre così male?

Ti suonano familiari?

Ieri mia mamma, in preda al più sano ottimismo, mi dice: “Perché capitano tutte a me?”

Di recente ho letto che il modo in cui ci poniamo le domande fa una gran differenza per la qualità della nostra vita.

L’avrai sentito o letto anche tu che le parole che usiamo hanno un gran potere sulla nostra mente. Dirsi ad esempio che non si è capaci è un conto, dirsi invece che non si è ancora capaci ma che con impegno si può esserlo è un altro, sei d’accordo?

Preciso subito che non è mia intenzione proporti la teoria del pensiero positivo. Non sono per niente una fan del pensiero positivo. Semplicemente è bene dirsi le cose reali, vere, e non le bugie.

Se è vero che in questo momento non sei capace di fare qualcosa (guidare l’auto ad esempio) è falsa l’idea che non sarai mai capace di farla. E’ così.

Ma cosa succede se ti racconti una bugia? Capita che poi davvero finisci per vivere la bugia. Quando dicono “la profezia che si avvera…” altro non è che dirsi una bugia, crederci e permettere che essa si realizzi.

Perché le cose mi vanno male? Cambiare prospettiva con le domande giuste

Sì, ma qual è la magia nascosta nelle parole costruttive e nelle domande costruttive? È quella di rappresentare la realtà in un modo che ci avvicini a realizzare ciò che desideriamo.

Mettiamo che le cose non ti stiano andando alla grande e tu ti dica qualcosa tipo “Perché non riesco a stare bene?” Ti sembra che formulando la domanda in questo modo tu possa avvicinarti a realizzare ciò che desideri? O stai semplicemente ponendo l’attenzione su ciò che non ti fa stare bene?

E non dovremmo invece porre l’attenzione sulle cose che desideriamo, su quelle che ci farebbero bene?

Ipotizziamo alcune risposte alla domanda “Perché sto sempre così male?”:

  • “Perché mangio una schifezza.”
  • “I miei figli e mio marito non mi ascoltano.”
  • “Il mio datore di lavoro non riconosce ciò che di buono faccio.”

Come puoi notare, il risultato è quello di porre l’attenzione su ciò che non ci fa stare bene e saremo effetto di ciò che ci sta capitando. Ci sembrerà di non avere alcun potere di migliorare la situazione. Ce la prenderemo con noi stesse o col mondo, pensando di essere incapaci, colpevoli o vittime.

Come fare la differenza?

E allora, cosa potremmo fare di diverso?

Potremmo iniziare a formulare le domande in altro modo, in un modo funzionale a ciò che vogliamo.

Invece di chiederci “Perché sto sempre così male?”, potremmo chiederci:

  • Che cosa posso fare per stare finalmente bene?
  • Cosa posso fare per non farle capitare più tutte a me?

Formulando le domande in questo modo vivrai un cambio di prospettiva enorme. Scoprirai tutta la potenza che c’è nelle parole usate in modo propositivo.

In questi ultimi giorni ho iniziato a prenderci così la mano che mi pongo domande costruttive anche quando le cose mi girano bene. Ad esempio questa, che non mi ero mai posta in vita mia: “Perché sono felice?”

Il libro che mi ha ispirata a scriverti questa newsletter è Chiedi bene e ti sarà dato di Paolo Borzacchiello. Te lo consiglio 🙂

Ora è arrivato il momento di lasciarti. Lo faccio chiedendoti di porti due domande. Ti raccomando, fallo!

  1. Che cosa posso fare per stare finalmente bene?
  2. Cosa posso fare per vivere meglio l’anno nuovo che verrà?

Questo per me è il miglior modo di farti gli auguri per il Natale e per il 2025, perché so che con queste domande do a te la possibilità di essere causa, di causare ciò che desideri realmente (nei limiti che puoi chiaramente) e di non essere più solo effetto degli eventi!

Milena Mattiacci – Founder di MammeComeNoi

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